anatocismo bancario cos’è?
L’anatocismo bancario è un interesse maturato su un interesse. La parola anatocismo deriva dal greco (anà “sopra / di nuovo” e tokòs “prodotto / interesse”) e indica la capitalizzazione di interessi sopra altri interessi.
La storia normativa di questa pratica in ambito bancario e finanziario è lunga e travagliata, ma non temete, in questo articolo cercheremo di spiegarvi con semplicità le regole principali e i divieti legati all’anatocismo bancario.
Cosa dice il Codice civile dell’anatocismo bancario
Nell’ordinamento italiano l’anatocismo bancario è così disciplinato all’articolo 1283 c.c.: «In mancanza di usi contrari, gli interessi scaduti possono produrre interessi solo dal giorno della domanda giudiziale o per effetto di convenzione posteriore alla loro scadenza, e sempre che si tratti di interessi dovuti almeno per sei mesi».
La norma indica un generico divieto a questa pratica, ma con delle eccezioni:
- Gli usi, cioè la consuetudine che fino a non troppo tempo fa consentiva agli istituti bancari di applicare l’anatocismo. Tuttavia, la Corte di Cassazione, già nel 1999, ha sostenuto il divieto di anatocismo bancario per evitare il proliferare di comportamenti usurari.
- Dal giorno della domanda giudiziale, ossia dalla data di esecuzione del decreto ingiuntivo. Questo perché, da quel momento il debito insoluto viene considerato un’unica entità, compresi gli interessi fino ad allora maturati e non pagati. Su questo nuovo importo possono essere calcolati i nuovi interessi.
- Per effetto di un accordo tra debitore e creditore produttivo di nuovi interessi alla scadenza dell’obbligazione.
Per ridurre al minimo il rischio di incorrere in questa pratica, quando si ripaga un debito ciò che viene calcolato per primo è proprio l’interesse sull’importo dovuto. Ad esempio, se avete acquistato una macchina a rate, gli importi delle rate vanno a coprire prima gli interessi dovuti e successivamente il costo effettivo della vettura.
L’evoluzione normativa
In seguito alle pronunce della corte di Cassazione, il decreto legislativo 349/99 ha introdotto il secondo comma dell’art. 120 del TUB, incaricando il CICR (il Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio) di stabilire con chiarezza le modalità e i criteri per la produzione di interessi sugli interessi.
In questa versione dell’art. 120 del TUB, l’anatocismo bancario era ammesso per i contratti bancari stipulati secondo quanto indicato dal decreto lgs. 342/99.
La successiva Legge di stabilità del 2014, tuttavia, vietò in assoluto la pratica dell’anatocismo bancario con l’intento di evitare discriminazioni tra interessi debitori e interessi creditori.
L’art. 120 del TUB venne nuovamente modificato dal legislatore specificando che:
- gli interessi debbano essere calcolati solo sul capitale
- il divieto di capitalizzazione degli interessi sia applicabile solamente agli interessi debitori, non agli interessi di mora
Nel 2016 il CICR emette la delibera n. 343 cercando di portare ulteriore chiarezza in tema di anatocismo bancario, in accordo con il nuovo art.120 del Testo Unico Bancario.
La decisione della Corte di Cassazione
Il 16 ottobre 2017, la Corte di cassazione è tornata ad esprimersi in materia di anatocismo bancario dichiarando l’illegittimità della capitalizzazione degli interessi sui conti correnti.
La Corte, inoltre, ha sottolineato l’invalidità normativa degli usi bancari che non potranno mai produrre interessi sugli interessi, se non a partire dalla domanda giudiziale o da successive pattuizioni, così come stabilito dall’art.1283 del nostro Codice civile.
Cosa può fare l’avvocato
Prima di procedere alla richiesta di calcolo dell’anatocismo bancario chiedete consiglio ad un avvocato specializzato in materia di diritto bancario e finanziario.
Il professionista saprà aiutarvi effettuando una valutazione legale sia in merito alle prospettive di successo di un’eventuale causa, sia in merito ai criteri di calcolo da utilizzare. Qualora vi fossero elementi sufficienti per procedere, lo stesso avvocato diventerà il vostro difensore e vi potrà indicare un commercialista di fiducia o una società specializzata a cui rivolgervi per il calcolo dell’anatocismo.